martedì 29 maggio 2012

Possessivo, che romantico.

Amore mio,
mio mio mio.
Tesoro della mia vita,
mia mia mia.
Tu sei mio, io sono tua.
mio tua mio tua.
Mio! mio quando non ci sei, mio quando pensi ad altro, mio quando io sono altrove. mio sempre, mio ovunque.

E' così che ti voglio: voglio il tuo controllo, perchè il mio non esiste più. E' mai esistito?
Ho tutto te stesso, quando non riesco nemmeno a trovare me.
Che egoismo. Che fanatismo. Che incubo.
Sei tutto ciò che mi appartiene. Mi appartiene tutto ciò che sei. Sei tutto ciò che non sono io.


lunedì 28 maggio 2012

Perder(mi)si

Si esce sconfitti a metà.
Vincitori a metà.
Ci si sente inutili, persi, confusi, come se nessuno ci capisse e come se quel qualcuno, oltre a non capire, ridesse pure di noi.
Che persone strane, non trovate? Vediamo la sofferenza, quella vera, e ci voltiamo, ci abbandoniamo a qualcosa che anche se non ci appartiene, è comunque meglio della realtà.
Sconfitti, diciamo. Vincitori o vinti, pensiamo. Che vita di merda, urliamo.
Aspiriamo al meglio, al Paradiso, e poi abbiamo il terrore di morire. Siamo quegli esseri che quando piove si lamentano; quando invece il sole colpisce con tutta la sua violenza le nostre finestre, tiriamo le tende e accendiamo una candela, una lucina, per rendere meno visibile il buio.
Dal buio ci lasciamo vincere. Ridicoli; mentre invece lasciamo tranquillamente entrare nella nostra vita persone nate per farci del male, così semplicemente e dolcemente: un male subdolo, indolore, costante.
Vogliamo il Paradiso, quando in realtà siamo solo a metà di questa stessa parola: Para-lizzati.
Giriamoci dai, insieme. Se lo fanno gli altri, non siamo forse giustificati?
Io per prima, lo ammetto, nonostante sia così piccola, sono riuscita a fare errori minuscoli, piccoli come formiche, ma esattamente come le formiche, hanno costruito qualcosa più grande di sè, di me.
E poi la notte non dormo, penso. Che scema: ho tutto il giorno per avere lucidità nei miei pensieri alla luce del sole, e aspetto la notte per gettarli in un sacco scuro come la pece, da cui non riuscirò più, ma proprio più, a tirarli fuori.
Non ho ancora perso tutto, però; sono solo all'inizio, datemi tempo, riuscirò a perdermi in men che non si dica.